Vai all'archivio : •

Cari amici,

Ogni tanto penso che mi farebbe piacere fare “due parole” con alcuni personaggi importanti della storia. Soprattutto farei loro delle domande. Alla lista che ho nel mio pensiero – insieme a Gesù, San Francesco e papa Francesco –, ho aggiunto Martin Lutero (al quale dedichiamo questo quaderno). Credo che questi quattro uomini non solo abbiano molte cose in comune, ma anche una continuità di pensiero. Di loro mi ha sempre sorpreso e affascinato la “creatività spirituale” nell’offrire grandi soluzioni ai problemi e alle domande degli uomini del loro tempo. Hanno avuto un gran coraggio nel portare avanti il loro impegno innovatore. Ecco alcune domande che mi piacerebbe porre a loro che hanno avuto un grande amore per l’umanità e per la comunità cristiana. Come fare ad avere costanza nel portare fino in fondo un progetto innovatore di vita, nonostante l’opposizione, palese e nascosta, a qualunque forma di cambiamento radicale che abita il profondo dell’animo umano? Qual è l’area su cui si impegnerebbero per avviare processi vitali, in un mondo che appare sommerso dal potere, dal possesso e dal bisogno di essere narcisisticamente al centro dell’attenzione di tutti? Qual è la parola chiave da cui partirebbero? Tentando di superare la frustrazione dell’attesa di un dialogo personale che non verrà, provo a cercare una risposta dai loro fatti e dalle loro parole. La indicherei così: la mistica contemporanea è la tenerezza responsabile. Perché? La mistica è il rapporto profondo, intenso con Dio. Contemporanea richiama il fatto che oggi non è più il tempo delle “visioni” ma del coinvolgimento nella realtà sociale. È bello sognare che tutti coloro che si ispirano a Gesù possano creare una grande comunità nell’accoglienza delle differenze. Tenerezza suggerisce la finezza dell’amore che sa accogliere le sfumature dell’animo umano. L’amore fatto tenerezza può creare il cambiamento. Responsabile richiede che ognuno in prima persona, senza demandare agli altri, faccia suo questo impegno. Richiamando la “profondità del bene” di cui parla Hannah Arendt, auguro a ciascuno che il proprio contatto personale con la profondità che è Dio, faccia scaturire uno spazio per il Bene in questo mondo.

di Mario De Maio