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Cari amici,

di Mario De Maio

Alcuni giorni fa a Roma, salendo sul treno affollato della metropolitana, ben due persone si sono alzate per cedermi il posto. Mi sono domandato: sono diventato così vecchio da suscitare l’attenzione degli altri? Tornando a casa mi sono guardato allo  specchio.  I  miei  capelli  bianchi  sono  numerosi.  Un  sentimento di estrema fragilità mi ha attraversato. Prima o poi, nella nostra vita personale o in quella delle nostre comunità, arriva il momento della crisi. Le cause possono essere tante. La morte o l’abbandono di una persona cara, una malattia che ci obbliga a un periodo di degenza, un insuccesso sul lavoro, o semplicemente il renderci conto della nostra età biologica. Lo stesso discorso può valere per le comunità. Alcuni fatti di violenza, come i femminicidi o gli abusi sui minori nella chiesa cattolica, sono segnali che impongono una sosta per una verifica.

Come trasformare queste situazioni, che possono provocare una condizione di blocco e di depressione o suscitare il senso di morte, affinché diventino opportunità in grado di orientare diversamente la nostra vita personale e di gruppo?

Rinascere significa mettere al timone della propria vita un sé diverso, un essere nuovo. È necessario un lungo lavoro di ricerca e di analisi per scegliere ciò che va eliminato e ciò che va salvato. Vanno eliminati tutti gli elementi che mortificano gli aspetti vitali. Vanno valo- rizzati tutti i boccioli di vita che aspettano di essere accolti ed espressi. Diventa urgente scegliere nuovi stili di vita, frutto di riflessioni profonde, dell’ascolto e del confronto con le persone care, che condividono la nostra esperienza di vita.

Il discorso che vale per ognuno individualmente, vale anche – sebbene sia più difficile – per le comunità e per la società.La primavera che avanza, le feste pasquali mi spingono ad augurare a me e a voi di scoprire le ricchezze che i nuovi inizi e le nuove re- surrezioni ci riservano.