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La preghiera crea uno squarcio che ci permette di guardare oltre

Ogni esistenza è avvolta da un grande mistero, solo la preghiera crea uno squarcio che ci permette di guardare oltre. Questo quaderno sulla preghiera vuol essere uno strumento per riflettere su questo tema così centrale per la spiritualità. Sono tante le cose che si possono dire sulla nostra esperienza del rapporto con ciò che ci supera, che ci trascende. Ognuno di noi ha un modo tutto suo di pregare. È un’esperienza profondamente personale quella del colloquio con Dio. È il nostro grande compagno sempre presente col quale ci sfoghiamo, ci arrabbiamo e in certi momenti ci consoliamo. Sono tante le domande che gli facciamo e da cui ci aspettiamo una risposta. È piacevole sentire la sua presenza, sentirci avvolti dalla sua tenerezza, sentirci accolti nei momenti di sconforto e di sofferenza, sentire che Lui c’è quando proprio non ce la facciamo. È bello poterlo coniugare e interscambiarlo con i termini vita e amore. Dio, l’amore e la vita diventano un tutt’uno che a seconda dei momenti ci parla di Lui. Il rammarico più grande è quello di non avere nelle nostre giornate spazi di silenzio e di interiorità, per poter mettere in contatto ciò che viviamo con ciò che Dio rappresenta per noi. È importante ogni giorno purificare l’immagine di Dio che abbiamo in noi per renderla più viva, più vicina, più presente dentro ciò che viviamo. Ci aiuta in questo nostro cammino verso Dio l’esempio di Cristo che aveva con Lui un dialogo continuo e profondo. La grande sfida della preghiera è quella di avere sempre dentro di noi uno spazio di attesa e di ascolto anche quando non lo sentiamo presente e la sua voce tace. Qualcuno ha definito prodigiosa e tremenda l’assenza di Dio. Ci porta a fare nostre le parole della Etty Hillesum (Diario): “Tu taci, mio Dio, ecco che capisco! Tu hai solo la mia bocca per gridare, solo la mia bocca per parlare, solo le mie mani per fare”.

don Mario