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La tenerezza rappresenta qualcosa di dolce e di forte…

LA TENEREZZA RAPPRESENTA QUALCOSA DI DOLCE E DI FORTE, CAPACE DI LIQUEFARE LE PIETRE.

In questo mondo che “brucia”, un bisogno rimane ancora presente in tutti noi: il bisogno di realizzare, pur tra mille difficoltà, quello che sentiamo essere la nostra identità profonda. È vero che oggi ogni giovane è preoccupato di trovare un lavoro per sopravvivere nella quotidianità, ma a fianco di questo, in modo forte e predominante, rimane il suo bisogno di essere riconosciuto e apprezzato per quello che sente come propria identità.
L’identità è l’immagine che noi stessi ci siamo costruiti nel tempo della nostra crescita, attraverso tante identificazioni. È un’immagine fragile e nello stesso tempo dinamica. Basta un nulla per frantumarla, gettandoci nella sofferenza e nello sconforto, ma è anche dinamica, cioè ha un potenziale di crescita che si può esprimere di giorno in giorno in modo sempre più chiaro.
Che cosa accresce e rinforza la nostra identità?
È sempre l’altro, il suo occhio che ci guarda con benevolenza e tenerezza. «La tenerezza rappresenta qualche cosa di dolce e di forte, è quel dono di amore gratuito capace di liquefare le pietre», scrive Arturo Paoli, nel suo libro Quel che nasce, quel che muore.

Il filosofo Lévinas arriva ad affermare che «l’uomo è tenerezza. È la tenerezza l’essenza dell’uomo. Il soggetto sperimenta come una sospensione della vita, per esprimere un interesse amoroso per l’altro, è una prossimità timida all’altro che diventa nel tempo tenerezza responsabile.
[…] Ogni uomo si scopre adulto quando l’unico senso della propria vita diventa quello di essere teneramente responsabile degli altri e del mondo e, nell’esercizio di questa responsabilità, non può contare su Dio».
In questo Quaderno troverete molte riflessioni su questo tema.