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Maestro

Il vocabolario Zingarelli della lingua italiana riporta due diversi significati del termine “maestro”: «chi si mostra particolarmente preparato e abile in una data attività o disciplina, tanto da essere in grado insegnarla agli altri»; «l’insegnante di scuola primaria».
Perciò il maestro è colui (o colei) che possiede tanta scienza, padroneggia un’arte (maestro pittore) o uno strumento (maestro musicista); oppure chi insegna alle scuole “elementari”, secondo il linguaggio comune che ha mantenuto la vecchia terminologia ministeriale. Ma c’è anche un significato figurato, più profondo, della parola: maestro è «chi guida, insegna, costituisce un esempio».
Non siamo più all’interno di una disciplina, l’orizzonte si amplia, la teoria diventa pratica, il maestro non è un semplice istruttore ma è maestro di vita, di umanità, colui che, con le parole di Vasilij Grossman, «attiva e nutre l'”umano nell’uomo», non senza averlo sperimentato egli stesso. Il maestro è esempio e guida per gli altri perché l’esperienza di ciò che insegna, con la vita, lo ha reso tale. «Che cosa devo fare?», «come devo vivere?», chiedevano i novizi, discepoli del primo monachesimo cristiano, ai loro maestri. L’interrogazione aveva carattere pratico ma attendeva una risposta di senso e di orientamento nella sequela Christi, ispirata non da dottrine ma dalla saggezza di vita e di umanità dell’abba (padre). L’apprendimento passava dal lasciarsi contaminare dall’autenticità del maestro. Il quale è umile essendo il primo a sapere di non sapere, ma accompagna il discepolo, cammina con lui, non lo imprigiona a sé, ma lo aiuta a diventare libero, pienamente se stesso.
Oggi quale posto occupano i maestri di vita?
La modernità ha provocato, da un lato, una cesura tra pensiero e vita, tra ciò che si insegna e ciò che si vive. Dall’altro, l’autonomia di pensiero e la difesa della propria libertà hanno generato scetticismo e sfiducia verso possibili guide, con la tendenza a risolvere da sé i problemi concernenti la propria vita. Tuttavia, l’attrazione per gli esempi di vita – a volte anche negativi, come nel ventesimo secolo che ha visto proliferare veri «maestri del male», che hanno inebriato singoli e popoli fino a condurli a immani
tragedie – appare insita nell’essere umano e oggi, nella confusione di senso e di pensiero in cui ci troviamo, il bisogno di lasciarsi accompagnare da «buoni maestri» è ancora vivo e diffuso.