Vai all'archivio : •

Ricerca

Io non dico le cose che dico già sapendole, ma ne faccio ricerca insieme a voi». È il grande Platone a parlare così al suo interlocutore Callicle nel dialogo Gorgia. In un altro suo testo, l’Apologia di Socrate, il maestro ammonisce che una vita senza ricerca non merita di essere vissuta. È questo uno degli insegnamenti capitali da destinare soprattutto alla nostra epoca in cui trionfano, attraverso i social, l’arroganza, l’approssimazione, il luogo comune e persino la pura e semplice falsità spacciata come sapere. Il vero sapiente sa di non sapere e quindi si avvia con umiltà e pazienza sulla via della ricerca.

La domanda è basilare nel progresso della scienza, così come lo è nella stessa religiosità genuina che è cammino «di luce in luce» secondo la Bibbia, e non arroccamento in una fortezza dogmatica. Non per nulla in molte fedi la verità è identificata con Dio e, quindi, è infinita.

Il desiderio di conoscenza è la molla che fa progredire, come suggeriva già Leonardo da Vinci: «Come il mangiare sanza voglia è dannoso alla salute, così lo studio sanza desiderio guasta la memoria e non ritiene cosa che la pigli». Ma in finale lasciamo ancora la parola a Platone in un altro suo scritto, Carmide, nel quale così interpella Crizia: «Tu ti rivolgi a me come se io dichiarassi di conoscere le cose su cui invece interrogo. Non è così: io col tuo aiuto vado cercando la soluzione, perché la ignoro».

da G. Ravasi, Il Sole 24 Ore, 16 ottobre 2022