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Mercoledì Santo

IL SOGNO DI GESÙ: UN MONDO DI AMICI
CELEBRAZIONE  DELLA SETTIMANA SANTA
5 – 12  aprile 2020

ESODI

MERCOLEDÌ SANTO

8 aprile 2020

 

Durante la liturgia della veglia pasquale siamo soliti leggere la pagina del libro dell’Esodo che narra l’uscita del popolo ebraico dal paese d’Egitto.
Fa parte del memoriale della Pasqua ebraica, quella celebrata anche da Gesù.
Gli ebrei, trovati la forza e il coraggio di scappare, si accampano in riva al mare.  Sono stretti tra due situazioni mortali, che generano angoscia: gli egiziani alle spalle, il mare davanti. Fuggono con la fantasia nei ricordi di false sicurezze, nostalgia di cipolle e schiavitù, ma la realtà non cambia, è lì e incombe. Che fare? Dio è in cammino con loro. Parla con Mosè, si è fatto  riconoscere come “io sono”, il Dio del roveto, il Dio dei Padri.
Paolo De Benedetti interpreta così questa speciale parola: Sarò con voi nelle vostre sofferenze future, come sono adesso nelle vostre sofferenze presenti e come ero con voi nelle sofferenze passate.. E aggiunge: Qui c’è un bel passo in cui si fa dire a Mosè: Ma non hanno abbastanza dolori i figli d’Israele, perché tu annunci loro che sarai con loro nelle sofferenze future? E allora Dio gli risponde: “Hai parlato bene. Dì loro: io sono, senza aggiungere alcun riferimento ai dolori futuri”. (Paolo de Benedetti E il loro grido salì a Dio, Uomini e profeti, Morcelliana, p.44)
Dio non fa sconti, non ci toglie dalla fatica, dal dolore di vivere, ma ci accompagna. Ci promette la sua fedeltà. Sarà proprio nell’impossibile di una strada che si apre nel mare, che passerà la via della salvezza e della libertà. Questa è la fede che proclamiamo ogni anno nella liturgia di Pasqua.

Da quali Egitti siamo chiamati ad uscire in questi giorni?
Quali sono le cipolle di cui abbiamo tanta nostalgia, che dobbiamo abbandonare?
Quali angosce abitano il nostro presente, stretti tra il prima che abbiamo lasciato e il dopo che ci attende?

E se allarghiamo lo sguardo al mondo, come si ripropongono queste stesse domande?
Quale esodo sta attraversando l’umanità? Ed ora quali angosce la stringono in riva al mare?
Un’ interpretazione affiora potente.
Ancora a lungo l’economia capitalista terrà in mano le redini del mondo? Riuscirà a tenerci nell’illusione di essere felici con una pentola traboccante di cipolle, con tanti popoli sempre più ridotti a scarto?

La Vita nel suo volto più misterioso, quello della morte, si è fatta ora presente anche in Europa. Nella memoria resteranno a lungo impresse le carovane dei carri dell’esercito italiano, che trasportano le salme di nonni lombardi ai forni crematori emiliani.
È da tanto però che l’angoscia di morte ha bussato alle nostre porte. Ha lo sguardo e le lacrime, il corpo e la fame di gente altra da noi. Speranze di vita che cerchiamo ancora di tenere lontane.
Le guerre, le distruzioni, cause degli esodi di tanta gente dalle loro case, dalle loro terre, dalle loro culture, non ci vedono estranei alla responsabilità dei fatti.

Ci salveremo insieme?
Come il respiro ha due movimenti, portare dentro e lasciare andare, così sembra che la contingenza storica attuale chieda a tanti di lasciare le loro case e a noi, al contrario, di entrare e restarci, non solo fisicamente, ma interiormente.
Un soffio, una brezza leggera sospingerà tutti?
Non senza la nostra libertà di scegliere, l’assunzione di responsabilità e la fatica di restare in processi di cambiamento che si costruiscono lentamente.
Supplichiamo il Dio che cammina con noi, di tenerci fermi quanto potrà bastare, per avere il coraggio di cambiare e dall’altra di sostenere i destini dei popoli poveri che da tempo camminano nel deserto.
Di alimentare in tutti un profondo desiderio nella vita più forte della morte,  perché il mare si apra con nuove strade per tutti.

Ecco faccio una cosa nuova, proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?  (Is. 43,19)

Agnese Mariangela Mascetti

Preghiamo

Celebrate i Signore, perché è buono, perché eterna è la sua misericordia.
Nell’angoscia ho gridato al Signore, mi ha risposto e mi ha tratto in salvo. (salmo 118)

Esodo 14,5-31

Quando fu riferito al re d’Egitto che il popolo era fuggito, il cuore del faraone e dei suoi ministri si rivolse contro il popolo. Dissero: «Che abbiamo fatto, lasciando partire Israele, così che più non ci serva!».Attaccò allora il cocchio e prese con sé i suoi soldati.  Prese poi seicento carri scelti e tutti i carri di Egitto con i combattenti sopra ciascuno di essi. Il Signore rese ostinato il cuore del faraone, re di Egitto, il quale inseguì gli Israeliti mentre gli Israeliti uscivano a mano alzata. Gli Egiziani li inseguirono e li raggiunsero, mentre essi stavano accampati presso il mare. (…)

Quando il faraone fu vicino, gli Israeliti alzarono gli occhi: ecco, gli Egiziani muovevano il campo dietro di loro! Allora gli Israeliti ebbero grande paura e gridarono al Signore. Poi dissero a Mosè: «Forse perché non c’erano sepolcri in Egitto ci hai portati a morire nel deserto? Che hai fatto, portandoci fuori dall’Egitto? Non ti dicevamo in Egitto: Lasciaci stare e serviremo gli Egiziani, perché è meglio per noi servire l’Egitto che morire nel deserto?». Mosè rispose: «Non abbiate paura! Siate forti e vedrete la salvezza che il Signore oggi opera per voi; perché gli Egiziani che voi oggi vedete, non li rivedrete mai più! Il Signore combatterà per voi, e voi starete tranquilli» Il Signore disse a Mosè: «Perché gridi verso di me? Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino. Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo, perché gli Israeliti entrino nel mare all’asciutto. (…) L’angelo di Dio, che precedeva l’accampamento d’Israele, cambiò posto e passò indietro. Anche la colonna di nube si mosse e dal davanti passò indietro. Venne così a trovarsi tra l’accampamento degli Egiziani e quello d’Israele. Ora la nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illuminava la notte; così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri durante tutta la notte. Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore, durante tutta la notte, risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero. Gli Israeliti entrarono nel mare asciutto, mentre le acque erano per loro una muraglia a destra e a sinistra.