Vai all'archivio : •

Riflessioni sulla Pasqua: chi annuncerà la resurrezione?

di Nicola Schiavone

Lettera agli amici

“Cristiani, mostratemi la vostra gioia e io vi crederò”: queste parole di Nietzsche risuonano quanto mai attuali oggi. Quale annuncio di gioia trasmettiamo noi cristiani? Quale novità di vita annunciamo all’uomo sempre più tecnologico e al mondo sempre più secolarizzato di oggi? Perchè un giovane del nostro tempo dovrebbe trovare attraente e appassionante il messaggio del Vangelo?

Pasqua spinge a riflettere su questo e forse ci dà la risposta: mancano gli annunciatori e i testimoni della resurrezione. Ecco perchè la fede e il Vangelo non riescono a scaldare gli animi.Pasqua ci mette in crisi perchè fa emergere la debolezza della nostra testimonianza. Siamo anche noi contagiati dal grigiore di questo tempo, che stiamo vivendo. E’ vero che noi cristiani siamo destinati a diventare sempre più un “piccolo gregge” ed è anche vero che siamo fragili vasi di creta, che ospitano un tesoro prezioso: ma perchè privare l’umanità di un tale tesoro? Se il nostro compito è essere il sale della terra e il lievito nella pasta, come sarà la terra senza il sale e la pasta senza il lievito?

Eppure l’essenza della fede cristiana è questa: annunciare la resurrezione.La resurrezione è il punto di arrivo, da cui guardare sulla nostra vita; è la luce che sta in fondo alla strada ed illumina tutti i metri asfaltati, che stanno prima; è il faro che guida tutta la nostra rotta.

E’ la vittoria del bene sul male e della vita sulla morte. E’ l’attesa di una liberazione e di una totale pienezza di vita. E questo non può non cambiare il nostro modo di stare al mondo!

Che se ne fa l’uomo di tante cose che cerca, se non ha capito il senso della sua vita?La felicità non sta nell’avere, nel potere, nel successo; ma nell’aver colto il senso della vita. E il senso della vita è racchiuso nel Vangelo: “Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto”, cioè : “Tu sei tutta la mia felicità e il mio amore per te è senza fine”. Parole rivolte ad ogni uomo. La parola del Vangelo ha, infatti, un unico scopo: “dilatare” la nostra vita, in tutte le sue dimensioni. Se guardiamo a fondo, il desiderio di vita, che sta dietro a tutte le nostre fatiche, le nostre tensioni, le nostre sofferenze, è un desiderio di resurrezione. E anche di fronte a drammi incomprensibili,la resurrezione è “la pienezza di vita e la giusta restituzione, per quanti hanno visto interrotto il loro processo di vita;porta a compimento quanto è rimasto incompiuto nella nostra vita” (Enzo Bianchi). La resurrezione ci fa vedere sempre una luce in fondo al tunnel delle nostre disperazioni.

La resurrezione è, perciò, lo stimolo a costruire cieli nuovi e terre nuove, nella nostra storia.E’ provare orrore per le tragedie delle guerre, per le tragedie dei migranti e per tutte le iniquità, provocate dagli uomini sulla terra. E’ la spinta ad umanizzare il mondo.Resurrezione è rinascere dall’alto, cioè dallo Spirito, scoprendo l’amore di Dio in noi. E’ rinascere nella tenerezza di Dio, che si esprime in ciascuno di noi. E’ far gustare il sapore buono della vita; è vivere in modo straordinario le cose ordinarie della nostra quotidianità.Resurrezione è riuscire a intravedere il prolungamento della vita di Dio in noi, nelle nostre coscienze, nelle nostre menti e nelle nostre singole esistenze.

“Nel Vangelo di Pasqua – dice Ermes Ronchi – Cristo è venuto a rivelarci un segreto: c’è un movimento dentro la vita, che non le permette di stare mai ferma, che la rimette in moto dopo ogni morte, dopo ogni scacco, e che nessuna violenza umana potrà mai arrestare; un flusso di vita, dentro al quale è presa ogni cosa che vive e che rivela il nome ultimo di Dio: resurrezione”.

Con la mia fede così debole, quante di tutte queste cose saprò annunciare e testimoniare?Tradurre in pratica la fede nella resurrezione sembra un compito arduo e quasi impossibile ma fare passi avanti in tale direzione è l’unico senso, per vivere una Pasqua vera.Auguro a me e a voi di fare questi passi in avanti. Buona Pasqua!

Nicola