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Sinodo: aspettative e attese

Da tutti i continenti emerge la richiesta di un profondo rinnovamento della Chiesa

di Franco Ferrari sul Quaderno di Oreundici di Marzo 2023

Allarga lo spazio della tua tenda è il titolo fortemente evocativo del Documento di lavoro per la tappa continentale (Dtc) del prossimo Sinodo dei vescovi. L’ Assemblea convocata nel 2021 sul tema Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione, a dimostrazione della complessità di quanto sta emergendo, si è sdoppiata in due sessioni: la prima dal 4 al 29 ottobre di quest’anno e la seconda nell’ottobre del 2024. (…)

La prima fase ha portato all’elaborazione di un documento di lavoro, il Dtc, che orienterà il confronto delle sette assemblee continentali al fine di indicare, tra le questioni emerse, le priorità da sottoporre ai Padri sinodali.

La tappa continentale ha una duplice motivazione. La prima è dettata dall’inculturazione: ogni continente ha una propria specificità e urgenze pastorali diverse. Una diversificazione della quale i vescovi hanno preso sempre coscienza nei vari sinodi, in particolare a partire da quelli sulla nuova evangelizzazione e sulla famiglia. Capire quali sono le priorità delle Chiese nei diversi continenti aiuterà a trovare convergenze e diversità da considerare nel testo dell’Instrumentum laboris.

Il secondo motivo è interno al principio sinodale: il sinodo deve stabilire una circolarità di comunicazione tra fedeli e vescovi, tra Chiesa universale e Chiese locali, perché pur essendo un organismo episcopale «non può vivere separato dal resto dei fedeli», ha scritto Francesco nell’Episcopalis communio.

La prima tappa della consultazione ha riservato due sorprese, come ha rilevato anche il cardinale Grech, segretario generale del Sinodo, nel presentare il Dtc. La prima è stata «la singolare convergenza su molti punti di contributi che provenivano da contesti ecclesiali e culturali assai diversi” e la seconda è stata «l’ascoltare come, pur nella differenza di sensibilità, il Popolo santo di Dio converga nel chiedere un profondo rinnovamento della Chiesa».

Nel capitolo terzo del Dtc troviamo i cinque nuclei tematici sui quali molte Chiese «riconoscono le loro difficoltà». Innanzitutto la presenza e il ruolo delle donne nella Chiesa non è una questione occidentale. In “tutti i continenti” si chiede la loro valorizzazione e si chiedono approfondimenti su «possibilità di predicare in ambito parrocchiale», «diaconato femminile» e presenza attiva nelle strutture di governo. Ma ci si pone anche, pur se «con posizioni molto diversificate», il tema dell’ordinazione presbiterale.

Altra importante attenzione riguarda la liturgia. Le sintesi segnalano diversi «limiti della prassi celebrativa»: «la passività dei partecipanti», la «distanza della predicazione dalla concretezza della vita», «la qualità delle omelie», «la separazione» tra vita liturgica e «rete famigliare della comunità».

Forte poi è la richiesta di superare la deprivazione sacramentale (eucarestia in particolare) implicitamente per mancanza di preti e la denuncia del dolore per la privazione nei confronti dei divorziati risposati e di chi ha contratto matrimonio poligamico. Ma si osserva che non c’è unanimità sulle soluzioni.

Ancora, vi è un deficit di accoglienza espresso da molte Chiese che riguarda i giovani, le persone Lgbtq, le persone con disabilità, i genitori single.

Molte sintesi concordano sulla debolezza dell’impegno ecumenico e del dialogo interreligioso.

La sinodalità chiama in causa anche gli organismi di partecipazione (dai consigli pastorali ed economici ai consigli episcopali e presbiterali) per i quali da “non poche sintesi” emerge l’esigenza che non siano solo consultivi e che si pensi alla possibilità che abbiano anche potere decisionale.

Si avanza in proposito anche un desiderio «profondo ed energico» perché l’esercizio della leadership (episcopale, presbiterale, …) sia «relazionale e collaborativa» e capace di «generare solidarietà e corresponsabilità». Non si nasconde, poi, che la Chiesa in molti paesi si trovi di fronte ad un «declino della credibilità e della fiducia a causa della crisi degli abusi».

Il documento ha messo in allarme la variegata costellazione dei conservatori e dei reazionari per il timore che il prossimo sinodo possa dare risposte concrete a queste attese. In conferenza stampa, il card. Grech, rispondendo a una precisa domanda, ha detto: «Non c’è nessuna agenda precostituita da parte della Segreteria del Sinodo, il nostro dovere è stato quello di ascoltare senza escludere nessuno e di accompagnare la Chiesa fino al Sinodo dei vescovi. Poi starà a loro decidere».

FRANCO FERRARI:  Giornalista pubblicista, caporedattore di Missione Oggi. È stato coordinatore editoriale di Cittadella Editrice (1998-2007). Fondatore e animatore dell’Associazione Viandanti.  Tra le sue pubblicazioni, Famiglia. Due Sinodi e un’esortazione. Diario di una svolta (Edizioni Nerbini, Firenze, 2016). Il testo che proponiamo è tratto dall’articolo scritto per Missione oggi (gennaio-febbraio 2023).