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Le nostre comunità, piccole o grandi, sono un popolo che cammina sulle strade del mondo

… mettere un posto in più a cena per accogliere chi, vicino a noi, non ha un luogo familiare dove passare la notte di Natale.

Il tema di questo quaderno è collegato alla domanda che, nel conoscere la realtà di Ore Undici, l’ultimo ragazzo arrivato dal Salvador, ci ha posto: «Qual è la parrocchia di don Mario?». Una risposta, sempre attuale, è nelle parole di Bruno Brunelli, uno dei fondatori della nostra associazione. A chi gli chiedeva: «Che cosa è Ore undici?», rispondeva sempre: «È un gruppo di amici, amici degli amici di don Mario».

Questa definizione mi riempie ancora di gioia, perché la sento in sintonia con il sogno di Gesù di fare della terra un mondo di amici. È anche in sintonia con il tema di questo quaderno, Camminare insieme, che è la traduzione in parole semplici del termine più complesso di “sinodalità”.

Ecco un altro sogno, quello di papa Francesco, questo gesuita venuto da lontano. Egli vuole una Chiesa sinodale, non una chiesa immobile, statica e di élite, ma una chiesa sempre in movimento. Una chiesa dove si cammina tutti insieme, dove non si va avanti da soli, solo tra cristiani, ma con tutti coloro che sono affascinati dalla figura di Cristo. L’espressione “popolo di Dio”, del Concilio Vaticano II, viene ora ripresa, ed è bello pensare alle nostre piccole o grandi comunità come a un popolo che – tenendosi per mano, laici e religiosi, monaci e contemplativi – fa comunità insieme con gli scarti del mondo.

Sono tanti gli steccati e le divisioni, già presenti ai suoi tempi, che Gesù con coraggio creativo ha voluto abbattere. È proprio Lui, lo stesso Gesù, che ancora simbolicamente nascerà nel mondo nel prossimo Natale.

Come riportare questa festa al suo significato originale di fratellanza e incontro? Tra le pieghe della società vi è ancora chi soffre abbandono e povertà. Ricordo sempre con piacere che, quand’ero bambino, mia madre, alla cena della vigilia, metteva un posto in più per accogliere chi, vicino a noi, non aveva nessun luogo familiare dove passare la notte di Natale.

Auguro a voi e a me, per il Natale ormai prossimo, di uscire dal nostro piccolo ambito, per incontrare chi vive in solitudine economica, psicologica e affettiva e così offrire un gesto di fraternità.

Buon Natale a tutti.