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Troppe (pseudo) apparizioni stanno travisando il ruolo della Madonna

di Alberto Maggi 08.11.2016

Il proliferare delle (pseudo)apparizioni di madonne ammonitrici, amplificato da giornalini e radio madonnare che alimentano continuamente lo “stupidario religioso”, sta travisando il ruolo della Vergine nel Vangelo – Su ilLibraio.it l’intervento del biblista frate Alberto Maggi

 

La dottrina della Chiesa cattolica è che i messaggi delle apparizioni, di tutte le apparizioni, non fanno parte del patrimonio di fede dei credenti. Pertanto chi crede nelle apparizioni non per questo aggiunge qualcosa alla sua fede, d’altro canto chi non crede, non la diminuisce. Nonostante questo, proliferano visioni e visionari, apparizioni e veggenti, il tutto abbondantemente amplificato da bollettini, giornalini, e radio madonnare che alimentano continuamente l’insaziabile contenitore senza fondo dello stupidario religioso con dichiarazioni che riguardano le loquaci madonne delle tante, troppe, pseudo apparizioni.

Strano destino quello di Maria. Lei che nei vangeli ha pronunciato le parole “Fate quello che vi dirà” (Gv 2,5), si è trasformata in colei che dice “Fate quello che io vi dirò…”. E così la madonna dei veggenti parla e straparla di tutto, ammonendo, consigliando, minacciando, avvertendo, correggendo, dando indicazioni dettagliate su ogni cosa, dalla dieta alla moda, da che programmi guardare o no in tv alla politica (con una marcata preferenza per le destre), e naturalmente della Chiesa (con una spiccata predilezione per i movimenti dai nomi più bellicosi, quali “armata”, “milizia”, “esercito”, “legione”), tutti rigorosamente anti conciliari e mummificati nelle tradizioni e devozioni del passato.

Una madonna lontana anni luce da quella dei vangeli, dove la coraggiosa donna nel Magnificat loda Dio non come colui che punisce i peccatori, ma come chi rovescia i potenti dai troni e rimanda i ricchi a mani vuote (Lc 1,46-55). Immagine di Maria ben distante dal ruolo che le si è attribuito nelle pseudo apparizioni, di difendere l’umanità, sempre più corrotta, immorale, peccatrice, dall’ormai imminente tremendo castigo del Padreterno, che, disgustato, ha deciso di annientarla. Il Creatore che distrugge l’opera della sua creazione: messaggio che più lontano dai vangeli non può essere. Il Dio di Gesù è un Padre misericordioso, che non castiga ma perdona, che non esclude ma accoglie, non allontana ma avvicina, un Dio che non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicarlo ma per salvarlo (Gv 3,17). Purtroppo quando non si conosce la Parola ci si nutre di chiacchiere, si abbandona la sorgente d’acqua viva e si scavano cisterne piene di crepe (Ger 2,13), e il risultato è un demenziale delirio che però prende facilmente breccia nei creduloni, quelli “che stanno sempre lì ad imparare, senza riuscire mai aggiungere alla conoscenza della verità” (2 Tm 3,7).

Ma perché proprio a Maria è stato affibbiato il ruolo di parafulmine dell’ira di Dio? La risposta va ricercata nel ruolo della donna, o meglio della madre, nella famiglia patriarcale in vigore fino a un recente passato. Nella famiglia, il padre rappresentava l’autorità, era colui che comandava e castigava. Il rapporto dei figli col padre era più di timore che di amore. Per le sue necessità il figlio non osava rivolgersi direttamente al padre, ma alla madre, che aveva così il ruolo di ambasciatrice e di cuscinetto di protezione. Quando il padre si arrabbiava (e l’ira del capofamiglia in quei tempi era sempre terribile e manesca), la madre si frapponeva tra il marito e il figlio, e non di rado era su di lei che si scaricava la rabbia e anche le percosse destinate al figlio. Quindi la madre era colei che proteggeva il figlio dall’ira del padre e veniva così a personificare la parte misericordiosa della famiglia. Queste relazioni dell’ambiato familiare furono trasposte sul piano religioso, attribuendo a Dio la figura di un burbero padre di famiglia, alla madonna la dolcezza rassicurante della mamma, e agli uomini il ruolo dei figli, sempre con la coscienza sporca e timorosi di castighi, in questo caso divini e perciò ben più temibili. Naturalmente nei vangeli quest’aspetto di Maria è infondato, perché è inesistente la figura di un Dio terribile da cui deve difendere l’umanità.

Pertanto non essendo Dio un pericolo per l’uomo, Maria non ha nessun ruolo di protettrice, e la Chiesa, fedele al vangelo, la propone come modello di fede per tutti quelli che credono nel progetto di Dio nonostante le avversità della vita, e che vedono l’esistenza non come “una penosa risalita dopo una caduta, bensì un cammino provvidenziale verso un futuro pieno di promesse” (Ireneo di Lione, Adv. Haer., lib. IV, 38).