Vai all'archivio : •

Accoglienza

Amare quando è impossibile

brevi riflessioni a conclusione del convegno di Civitella San Paolo

di Agnese Mascetti

Nell’inno di Zaccaria, il vangelo di Luca annuncia la nascita di Gesù, ricordandoci che Dio conosce la fatica degli uomini di vivere insieme e che desidera per tutti la pace:
«grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio,
verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge,
per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte
e dirigere i nostri passi sulla via della pace». Lc.1,76-79)

In questo tempo d’incertezza, in cui il rumore delle armi e delle bombe sovrasta e soffoca ogni tentativo di mediazione, siamo sempre più consapevoli di quanto sia complessa la realtà, intrisa di morte, falsità, ingiustizia, desiderio di riscatto e di vendetta, rabbia, disperazione, impotenza.

Resta inquietante dover costatare che si aspetti sempre tanto e si arrivi ai negoziati solo quando tutto è distrutto e la morte ha segnato di sangue le porte di tutte le famiglie, da una parte e l’altra dei belligeranti.

Pace
Proclamarla, invocarla, è un primo di tanti piccoli passi che possiamo compiere nel nostro quotidiano, per costruire la pace.
È importante scendere in piazza, manifestare insieme a tanti, per chiedere l’impegno delle forze politiche a fermarsi, nel desiderio che la mediazione e le parole possano giungere in alternativa alle azioni di distruttività e di violenza.
Siamo in cammino per conquistare la pace anche dentro di noi, nelle nostre relazioni famigliari, con gli amici, nelle associazioni, nelle istituzioni.
La pace non s’improvvisa, è un dono che giunge come frutto maturo di un cuore unificato. Il lento processo interiore di chi non nasconde a se stesso le proprie fragilità, ma fa i conti con la potenziale forza distruttiva, vendicativa e violenta che ognuno porta dentro di sé.
Con la fatica di aprirsi agli altri, spesso visti come ostili o rivali, superando la tentazione di affermare il proprio punto di vista, come unica e infallibile verità, nell’imparare a perdere qualcosa delle proprie certezze.
Con la difficoltà di sospendere i giudizi, a volte taglienti, di fronte agli errori degli altri, dovuti anche a fragilità, limiti e immaturità.
Con l’incapacità di offrire nuovi spazi di relazioni a chi ci ha fatto dei torti.
Con la paura di sperimentare la propria piccolezza e i tentativi di colmare il vuoto che si forma in noi di fronte alla grandezza della vita, riempiendolo con sogni di grandezza, nel sentirsi migliori e speciali.
Sono tanti i passi che possiamo compiere per uscire dalla trappola dell’io narcisista, personale o nazionale, affermato sempre e per primo, e cogliere il valore del noi, nelle mille sfumature dell’alterità dei popoli del mondo.

Pace
Dono prezioso da desiderare, volere, cercare, coltivare e custodire.
Gesù l’ha sperimentato e ce lo offre come suo primo dono da Risorto, attraverso il soffio del suo Spirito. Ci invita, passo dopo passo, a compiere con lui i cammini della riconciliazione e del perdono reciproco.
«La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”». (Giov. 20,19-23)

Pace
Dono da invocare, nel coraggio di accogliere la grandezza della Vita che sempre ci offre una possibilità di ricominciare.
Dono da invocare per sperimentare la Tenerezza e la Misericordia che ci sono donate in sovrabbondanza.
«Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino.
L’empio abbandoni la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri;
ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona.
Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie.
Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri». (Is.55,6-9)

Pace
Dono sublime del Signore, carezza dello Spirito,
vieni sul mondo a consolare l’uomo ferito dalla violenza e dalla distruttività.
Nella festa del Natale, invocheremo Gesù come Principe della pace e leggeremo che gli angeli canteranno pace in terra agli uomini che desiderano il Bene.
Che questi simboli possano tradursi per ciascuno di noi in atteggiamenti e in gesti concreti per costruire la pace, con fiducia e speranza, lì dove concretamente viviamo.

AGNESE MASCETTI
Psicoanalista della scuola lacaniana, segue le attività di formazione umana e spirituale di Ore undici insieme a don Mario.
Cura inoltre gli incontri di approfondimento biblico e le attività con i bambini insieme a Lidia Danielli; quelle rivolte agli adolescenti e ai giovani con Irene Schena.