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Artigiani di pace

L’esperienza della Pasqua

il perdono dei peccati e una fraternità nuova sono due dinamiche di vita avviate dopo la resurrezione

Siate artigiani di pace intorno a voi e dentro di voi; ambasciatori di pace, affinché il mondo riscopra la bellezza dell’amore, del vivere insieme, della fraternità e della solidarietà1.
Artigiano di pace è colui che tesse rapporti capaci di innovare la società. Scriveva Don Lorenzo Milani: «Il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia». È così, è semplice2.
Che ognuno di voi possa diventare “poeta della pace”! Fatevi poeti di pace: avete capito? Poeti di pace3.
Queste tre citazioni sono riprese da altrettanti discorsi tenuti da papa Francesco nella quotidianità dei suoi innumerevoli incontri con i giovani. A loro rivolge l’appello a diventare «artigiani», «ambasciatori», «poeti» di pace; e lo fa a partire dai loro differenti contesti di provenienza e di vita.
Ai giovani del progetto di formazione alla politica Policoro, promosso dalla CEI, ha portato l’esempio biblico positivo di Giuseppe, figlio di Giacobbe, «che ha sofferto l’ingiustizia personalmente», e tuttavia «non cerca il proprio interesse ma quello del popolo, paga di persona per il bene comune, si fa artigiano di pace, tesse rapporti capaci di innovare la società».
Ha poi rivolto loro «le domande che ogni buon politico dovrebbe farsi: “Quanto amore ho messo nel mio lavoro? In che cosa ho fatto progredire il popolo? Che impronta ho lasciato nella vita della società? Quali legami reali ho costruito? Quali forze positive ho liberato? Quanta pace sociale ho seminato? Che cosa ho prodotto nel posto che mi è stato affidato?” (Fratelli Tutti, 197). La vostra preoccupazione non sia il consenso elettorale né il successo personale, ma coinvolgere le persone, generare imprenditorialità, far fiorire sogni, far sentire la bellezza di appartenere a una comunità. La partecipazione è il balsamo sulle ferite della democrazia. Vi invito a dare il vostro contributo, a partecipare e a invitare i vostri coetanei a farlo, sempre con il fine e lo stile del servizio. Il politico è un servitore; quando il politico non è un servitore è un cattivo politico, non è un politico».
Agli studenti che hanno aderito alla Rete Nazionale delle Scuole per la Pace, ha ricordato «due figure di testimoni. La prima è quella di San Giovanni XXIII. Fu chiamato il “Papa buono”, e anche il “Papa della pace”, perché agli inizi difficili degli anni Sessanta marcati da forti tensioni – la costruzione del muro di Berlino, la crisi di Cuba, la guerra fredda e la minaccia nucleare – pubblicò la famosa e profetica Enciclica Pacem in terris. Papa Giovanni si rivolse a tutti gli uomini di buona volontà, chiedendo la soluzione pacifica di tutte le guerre attraverso il dialogo e il disarmo. Fu un appello che riscosse una grande attenzione nel mondo, ben oltre la comunità cattolica, perché aveva colto un bisogno di tutta l’umanità, che è ancora quello di oggi.
Pochi mesi dopo la pubblicazione di quell’Enciclica, un altro profeta del nostro tempo, Martin Luther King, premio Nobel per la pace nel 1964, pronunciò lo storico discorso in cui disse: «Io ho un sogno». In un contesto americano fortemente segnato dalle discriminazioni razziali, aveva fatto sognare tutti con l’idea di un mondo di giustizia, libertà e uguaglianza. Disse: «Io ho un sogno: che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione dove non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per la dignità della loro persona». E voi, ragazzi, ragazze: qual è il vostro sogno per il mondo di oggi e di domani? Vi incoraggio a sognare in grande, come Giovanni XXIII e Martin Luther King. Che ognuno di voi possa diventare “poeta della pace”!».
Ai giovani belgi ha invece raccomandato «una cosa molto importante: lasciatevi illuminare dai consigli e dalla testimonianza degli anziani. Fare il dialogo con le radici, con i vecchi, con chi ci ha preceduto, e noi andare avanti. È crescendo in dialogo con gli anziani che noi possiamo formarci una personalità solida per le lotte quotidiane; inoltre essi ci trasmettono la fede e le loro convinzioni religiose. Una di queste lotte è quella per la pace. La vostra vita è un impegno concreto a vivere in mezzo al mondo e alla società per far crescere la pace, la convivenza, la giustizia, i diritti umani, la misericordia.
Non fatevi distrarre dalle cose banali della vita, e ce ne sono tante! Concentratevi sull’essenziale, che scaturisce dall’amicizia con Gesù Cristo».

  1. Dal discorso ai giovani in pellegrinaggio dal Belgio (10 ottobre 2022).
  2. Dal discorso ai giovani del progetto Policoro (18 marzo 2023).
  3. Dal discorso agli studenti e insegnanti partecipanti all’incontro per l’educazione alla pace e alla cura (28 novembre 2022).