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Pregare

C’è stato un tempo in cui pregare era come respirare, in cui pregare era un evento della natura. La preghiera aveva la stessa forza della neve, della pioggia, del sole, della nebbia. Era come il susseguirsi delle stagioni. Era un rito collettivo che scandiva la nostra vita quotidiana. […] Sono stato educato alla preghiera come sono stato educato ad avere rispetto per gli anziani e a comportarmi bene a tavola. Sono cresciuto in un tempo in cui pregare era come mangiare, dormire, correre. Questo tempo, il tempo in cui la preghiera si dava come un evento di natura, come respirare, si è definitivamente esaurito. Noi siamo ora in un altro tempo […] Cosa significa pregare? […] Significa, come pensa una certa cultura del disincanto, alimentare un rituale superstizioso? Oppure insegnare a pregare è un modo per custodire l’evocazione di un Altro che non si può ridurre alla supponenza del nostro sapere, è un modo per preservare il non tutto per educare all’insufficienza, all’apertura al mistero, all’incontro con l’impossibile da dire?». Queste domande che lo psicoanalista Massimo Recalcati si fa in due suoi libri recentemente pubblicati, furono le domande che posero i discepoli a Gesù e a cui lui rispose insegnando il “Padre nostro”. Abbiamo scelto di riflettere su questa preghiera, come avrete notato dal tema del prossimo incontro invernale che terremo a Fiano Romano ( Roma ) dal 2 al 5 gennaio 2014, “Padre nostro che sei in terra”. Approfondire i significati di questa preghiera ci aiuterà a ripensare lo stile delle nostre preghiere personali e delle nostre preghiere liturgiche, ma anche ci aiuterà a cambiare la nostra vita quotidiana. Per questa ragione dedichiamo il quaderno al “padre” e a tutto ciò che questo nome significa. Nel darvi appuntamento al convegno invernale, auguro a ciascuno un Natale di rinascita e di incontro con il Padre.

Un caro saluto

don Mario