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Fragilità

La terza traccia dell’esame di maturità di italiano riguarda ogni anno un argomento di attualità. L’esame estivo è preceduto da una simulazione, in tutto analoga a quella reale, che si svolge nel mese di febbraio precedente. nel 2019 la terza traccia della simulazione di italiano, proposta dal ministero dell’Istruzione, non riguardava uno dei grandi problemi che assillano il mondo della scienza e dell’informazione, ma una emozione intima, per nulla eclatante, quasi silenziosa: la fragilità. A partire da una citazione di Vittorino Andreoli tratta dal suo libro L’uomo di vetro. La forza della fragilità, gli studenti erano chiamati a sviluppare le loro riflessioni, accompagnate da richiami all’attualità, su un aspetto della condizione umana che la società basata sull’efficienza e sulla prestazione considera negativamente, o addirittura tende a negare. La traccia proponeva di scavare il significato della fragilità per cogliere in essa una «forza che aiuta a vivere».

È significativo che il mondo della scuola e dell’istruzione, nel momento in cui misura la maturità dei suoi allievi a entrare nel mondo adulto, proponga un tema sulla fragilità, quasi un avvertimento materno a non dimenticare l’esistenza di un tallone d’Achille che ciascuno, prima o dopo, riconoscerà nella propria storia, o in qualche esperienza, o nella propria personalità, riflesso di una comune strutturale condizione umana. non per spaventare o intimidire, al contrario per offrire una opportunità in più, quasi per svelare un segreto prezioso per la vita futura.

Sento forte il desiderio di svelare la mia fragilità, di mostrarla a tutti coloro che mi incontrano, che mi vedono, come fosse la mia principale identificazione di uomo. […] Voglio parlare della mia fragilità, non mascherarla, convinto che sia una forza che aiuta a vivere», scrive Andreoli all’inizio di quel suo libro scritto di getto, come un flusso di pensieri, un libero sfogo o un libero omaggio a quella dimensione che per tutta la vita ha incontrato, accompagnato, curato negli altri e che – ora dichiara – è specchio della sua. La fragilità, sostiene Andreoli, aiuta l’altro a vivere, permette di capire la sua fragilità e di rispettarla, di essere attenti a non manipolare né falsificare le persone.

«La fragilità rifà l’uomo, mentre la potenza lo distrugge, lo riduce a frammenti che si trasformano in polvere», prosegue lo psichiatra. La mia fragilità significa che ho bisogno dell’altro. […] Se l’amore è una presenza continua e intensa, ut unum sunt, l’amicizia è un amore disperso che ha un momento in cui viene vissuto intensamente, ma lascia spazi di vuoto in cui non si è, ma si è pronti a essere. un’assenza che può farsi presenza se l’amico chiama. C’è poi la solidarietà che è l’interesse per tutti coloro che hanno bisogno di te poiché tu puoi avere in certi momenti bisogno di chi non conosci, di chi non ha nome, ma è semplicemente un uomo come te. un nessuno che sa fare quello che tu vorresti fare per lui. L’amore e le sue coniugazioni sono proprie della fragilità».